Salve sono Anna e sono di
origine polacca. Ora sto in Italia da qualche anno per gli studi universitari
ma altrimenti sono sempre vissuta in Polonia. Sin da quando ero piccola, in
casa siamo sempre stati io, mia madre e i miei due fratelli, Aleksander e
Cezar, il primo più grande di un anno e l’altro di due anni più piccolo.
Mio padre era un ufficiale
abbastanza importante per l’esercito, quello che in Italia corrisponde al grado
di colonnello, ed è stato sempre occupato in viaggi all’estero senza passare a
casa, se non per pochi giorni. Infatti fu proprio quando lui tornò che iniziarono
tutte le mie avventure!
Tutto cominciò quando un giorno ce lo trovammo davanti alla porta, con quella sua aria dura e severa che non lo aveva mai abbandonato e ci disse che gli avevano affidato un incarico in città.
Io subito capii che le cose da allora sarebbero completamente cambiate! Lo conoscevo poco, ma non ricordavo momenti di tenerezza o affetto. La vita con mio padre infatti si rivelò durissima sin da subito: già dai primi giorni lui era sempre a controllarci e rimproverarci per ogni cosa, mai un sorriso o una frase affettuosa.
Ma era tutto ampiamente sopportabile fino a che non accadde quello che sto per raccontarvi.
Io avevo 18 anni appena compiuti quando mio padre tornò a casa e frequentavo la 2 superiore con scarsi risultati. Non passò molto tempo, infatti una settimana dopo del “ritorno” tornai a casa con un brutto voto.
Mia madre non mi disse
niente, ormai ci era abituata ma mio padre mi guardo severo e disse con
freddezza:
“ Allora signorina dovrò punirti personalmente!”
Io tentai di
difendermi ma mi arrivò rapido un forte schiaffone in viso che mi fece scendere
le prime lacrime. Lui disse a mia madre di andare a chiamare i miei fratelli
che avrebbero dovuto assistere alla mia punizione.
Io non ci riuscivo a
credere! Non ero mai stata punita corporalmente, e poi alla mia età, davanti ai
miei fratelli, mi sembrava una situazione assurda e surreale.
Da oggi le cose
cambieranno: non esiterò a punirti quando te lo sarai meritata. Ringrazia solo
che i tuoi fratelli non sono qua, o l’avrei fatto davanti a loro, per dargli
una bella dimostrazione di cosa succede a chi si comporta male in casa mia!”.
Egli non era uomo di molte parole, quindi aggiunse soltanto di calarmi i
pantaloni.
“No ti prego, mi vergogno. Ho
18 anni.”
Egli alzò repentino la mano, come per colpire ancora il mio volto,
così io in fretta, pur morendo dalla vergogna, calai i pantaloni alle caviglie.
Portavo delle piccole mutandine rosa e sentivo lo sguardo dei miei genitori su
di me. Mio padre mi fece posare sulle sue ginocchia e in breve arrivò la prima
sculacciata.
SPAFF un pungente dolore sulla natica destra seguito da altri su tutto il sedere. SPAFF SPAFF SPAFF la forza e la velocità non facevano che aumentare, di pari passo con il dolore che provavo. Dopo qualche minuto mi fece alzare e io credevo fosse finita ma mi sbagliavo: infatti mi disse :
SPAFF un pungente dolore sulla natica destra seguito da altri su tutto il sedere. SPAFF SPAFF SPAFF la forza e la velocità non facevano che aumentare, di pari passo con il dolore che provavo. Dopo qualche minuto mi fece alzare e io credevo fosse finita ma mi sbagliavo: infatti mi disse :
“ora abbassati le mutandine, per continuare la punizione!”
Io non credevo alle mie orecchie: erano anni che non mi facevo vedere nuda in
famiglia e ora lui voleva che mi spogliassi davanti a lui, che era praticamente un
estraneo per me! Io gli chiesi pietà piagnucolando e non ottenni altro che ulteriori
minaccie.
“Allora togliti le mutandine!!”
SPAFF un nuovo
schiaffo nel culo. Persuasa e terrorizzata mi calai le mutandine piangendo
sempre di più e mi riparai per quello che potevo il pube.
Mio padre mi ordinò di togliere le mani e io
obbedii abbassando gli occhi mostrandomi nuda sotto la maglietta allo sguardo
dei miei genitori! Vedevo mia madre
preoccupata, ma immobile in un angolo per paura di disturbare mio padre.
Egli mi fece stendere di
nuovo sulle sue ginocchia con il sedere in altro, proteso a ricevere i colpi
seguenti. Io cercavo di serrare le gambe il più possibile per non peggiorare lo
spettacolo, mentre mio padre ricominciò con le sculacciate. SPAFF SPAFF dopo
poco il dolore divenne insopportabile e iniziai ad aprire le gambe senza più
alcune ritegno urlando per la vergogna e il dolore spalancando totalmente il
mio buchetto e la mia figa! Poco dopo mio padre si fermò:
“Ora alzati e mettiti
nell’angolo della cucina”.
Mi alzai in fretta e mentre mi dirigevo all’angolo,
feci per rivestirmi. SPAFF SPAFF ecco che arrivarono due sculacciate rapide e
fortissime, assieme all’intimazione
“Qualcuno di ha chiesto di rivestirti?”
Così mi chinai in ginocchio
all’angolo, con le mutandine calate alle caviglie. Poco dopo mi fu ordinato di
uscire in giardino a dare da mangiare al cane così com’ero, per aumentare la
mia umiliazione e senso di colpa. Io desiderai vivamente di morire, però uscii
per paura di ulteriori percosse e non cercai di ripararmi assolutamente sapendo
che sarebbe significato solo altre sculacciate. Il giardiniere (si, lo
stipendio di mio padre era molto buono) mi si avvicinò e mi squadrò a lungo. Ero
mortificata, ma feci finta di niente e proseguii il mio compito cercando di non
curarmi del suo sguardo indagatore.
Il peggio però fu quando
senti una voce che non mi aspettavo di sentire:
“Anna?? Ma che fai nuda in
giardino?”
Era Cecylia, una mia compagna di classe, che abitava là vicino.
Avvampando di umiliazione corsi verso casa, ribaltando la ciotola del cane. Mio
padre, sull’uscio se ne accorse e sbraitò:
“Raccogli subito quello che hai
fatto cadere! Fai bene a vergognarti della tua amica, la prossima volta starai
più attenta a scuola!”
E avvicinandosi mi fece piegare rapidamente per
affibbiarmi un’altra decina di sculaccioni. Io tornai a singhiozzare con forza,
sotto lo sguardo sbalordito ma divertito di Cecy e di Vlad, il giardiniere.
Rimisi tutto a posto in giardino, per poter finalmente rientrare in casa.
Trova qui il resto della storia!
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